giovedì 30 gennaio 2014

L'ALTAROMA DI UNA BLOGGER QUALUNQUE

Notte insonne, due occhiaie e quattro brufoli. La mia AltaRoma è iniziata (e finita così). La mattina ho scelto quello che avrei indossato al buio, ma con il piccolo aiuto della mia App "Torcia ". Un look più anonimo del solito, per passare inosservata e per questa volta, divertirmi ad osservare.
Scarpe basse per non cadere dai tacchi e correre felice da una sfilata all'altra come se nella vita non facessi nient'altro e poi, una borsa grande per mettere le duecento milioni di cose che non puoi mettere in una clutch. Ciao eleganza! Ciao.



A parte il piccolo ed insignificante dettaglio di sentirmi sempre la Bridget Jones di AltaRoma, con l'unica differenza che faccio finta di bere champagne perché mi fa schifo l'alcol e che non fumo e perciò non ho niente per cui atteggiarmi, la mia mezza giornata dedicata all'alta moda è andata bene.
Nessuna figuraccia, non sono caduta, non ho litigato con nessuno e tutto è filato liscio (o quasi).

Alla prima sfilata entro con il mio pass da blogger, che forse è stata l'unica cosa per cui mi sono potuta dare un tono e la mia bellissima macchina fotografica che ho difeso più di una volta anche in circostanze a rischio vita. Io e la mia collega, ci mettiamo nella postazione fotografi che è l'unica in cui si possono fare foto decenti e subito arriva lo staff a cacciarci perché si vede lontano un miglio che non siamo fotografe. Anche questa volta ho perso la speranza di fare foto senza teste davanti, e ovviamente, anche questa volta tutte le mie foto sono con le teste davanti. Ci mettiamo in una postazione laterale e iniziamo a tentare di far foto; dietro i commenti dei signori fotografi: " eh... mo so diventati tutti fotografi...." .UN CLASSICO.

Inizia la prima sfilata, San Andres, e mentre la musica alta suona e le modelle sfilano, io continuo a barcamenarmi tra l'ingombro della macchinetta, il cellulare e il testone da matto di quello davanti che continua a muovere la telecamera su e giù. In questo caso si, ci volevano i tacchi.



All'entrata della seconda sfilata, proprio quando stavo presentando il mio pass allo staff, si intrufola Bryan Boy, Star di questa edizione di AltaRoma, super fotografato e paparazzato da tutti  e che per l'occasione ci ha deliziato con con un sobrio completo grigio.
E' chiaro che Bryan Boy sta saltando la fila e che mi vuole passare avanti, perché lui è Bryan Boy, amico della Ferragni e compagnia bella, gira il mondo senza fare un bel niente e invece IO NO. Ma alla ragazza dello staff non importa di Byan Boy e probabilmente non sa nemmeno chi sia e gli dice abbastanza alterata:
  " Just a moment, PLEASE". Sei grande ragazza dello staff.

Questa volta ci mettiamo sedute al nostro posto da brave blogger e guardiamo la sfilata di Sarli.
Io continuo ad alzare la macchinetta fotografica, rischiando la rottura del tendine e  tentando di far uscire UNA e dico UNA foto normale.
Poi mi arrendo e inizio a fare vari video su Instagram che non so perché, ma hanno risultato favoloso.

La gente importante, la gente che conta, è tutta seduta in prima fila e l'età media è di 80 anni: è un tripudio di pellicce e dentiere. Alla fine della sfilata di Sarli, tutto lo staff esce in passerella, una cosa che da quanto ho capito, succede raramente. Poi la sala è invasa da fotografi, giornalisti e persone da intervistare.

Io tento di uscire con classe dalla mia pessima postazione, ma ci devo rinunciare, c'è troppa gente; scavalco con tutta la mia nonchalance da scaricatore di porto. Finalmente andiamo al bar per una breve pausa, che mi fa pensare che alla fine vedere tutte queste sfilate in realtà sia più stressante di quello che si pensa. Stare con la faccia tirata tutto il giorno, sperando di non finire su qualche blog degli orrori, è una cosa molto impegnativa. E poi al bar, o alla toilette, mentre stai per farti la pipì sotto, vedi loro: le VERE BLOGGER.

Le vere blogger, sono soprattutto le FASHION BLOGGER. Quelle che ogni mossa è perfettamente studiata da casa e che non hanno mai un capello fuori posto, quelle che Dio solo sa dove hanno seppellito i loro 5000 cambi d'abito per la giornata, quelle che a qualsiasi evento vai, a qualsiasi buco del mondo e a qualsiasi orario, loro sono accreditate e sono li, bellissime, curatissime, e soprattutto senza occhiaie.

Al bar, scopro con piacere che il cappuccino è GRATIS e mi ci vuole proprio per riuscire ad aprire gli occhi che gradualmente tendono a chiudersi. La vera blogger, ha già instagrammato anche il cappuccino, io invece, è già tanto se vengo notata dal barista perché non arrivo nemmeno al bancone.
Incontro le mie amiche di blog, ovviamente nella mia stessa condizione: " Giuro che domani mi laverò i capelli", " come sono venuta su questa foto ?", " ma quella non è la blogger che sta ovunque?" , " ma il cappuccino si paga?" . Io lo dico sempre che se vai con lo zoppo, impari a zoppicare.
Non ci riusciamo proprio a fare discorsi tipici da fashion week.

Da sinistra a destra: Martina di http://www.leffimero.it/- Annalisa di http://sofiesmug.altervista.org/blog/- Isabelle di http://www.unosunove.com/ e Maria di http://www.city-murmur.com/



Ma non c'è molto tempo da perdere; sta iniziando un'altra sfilata, Arthur Arbesser, l'ultima della giornata per me. Stavolta l'entrata è veloce, non c'è nessun Bryan Boy che mi vuole passare avanti e riesco a mettermi in seconda fila .Ma eccolo di nuovo,  Bryan Boy mi sta davanti e parla con una ragazza che si è buttata l'armadio addosso,PEGGIO DI ME.



Rinuncio definitivamente a fare foto. Anzi, improvvisamente, voglio rinunciare proprio alla giornata, perché mi è salito un certo appetito. Guardo l'orologio e sono le 15.00,  non è appetito è FAME NERA.
Con le ragazze usciamo dal complesso e ci infiliamo nel primo buco che ha l' aria di far panini e non volendo ci ritroviamo da LIKEAT, forse il posto in cui ho mangiato il panino più buono del mondo: pane cotto a legna, fontina, speck, pomodori secchi e miele. DA SVENIMENTO.

Torno a casa, mi levo le scarpe e sprofondo sul divano. Do un'occhiata alla mie foto sfocate e TUTTE con le teste davanti: ci risiamo, anche questa, è stata la mia solita AltaRoma. Ripenso alla giornata, e a chi me lo fa fare a stressarmi così la vita.  Non è che me l'ha ordinato il dottore eh, io sto qui scrivo di moda e probabilmente non succederà mai niente di più di questo. Però io non ci voglio rinunciare.
E se invece succedesse qualcosa ? E se invece un giorno, riuscissi a fare foto senza teste davanti?
La prima fila è li, tocca solo guadagnarsela.



Nicoletta


















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